Breve storia della risata by Eagleton Terry

Breve storia della risata by Eagleton Terry

autore:Eagleton, Terry [Eagleton, Terry]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


4. Umorismo e storia

Le élite dominanti dell’Europa antica e medievale non erano molto tolleranti verso l’umorismo. Fin dai tempi più remoti, la risata sembrava essere una questione di classe, con una netta distinzione fra il divertimento civile e gli schiamazzi del volgo. Nell’Etica nicomachea, Aristotele sottolinea la differenza tra l’umorismo dei ceti sociali alti e bassi: assegna un posto d’onore all’umorismo arguto, classificandolo, insieme all’amicizia e alla veridicità, come una delle tre virtù sociali, ma questo tipo di verve richiede raffinatezza e educazione, come pure l’utilizzo dell’ironia. Nella Repubblica Platone si oppone con fermezza al ridicolizzare i cittadini e si limita a lasciare la comicità per lo più agli schiavi e ai forestieri. Le prese in giro possono essere socialmente destabilizzanti e le offese pericolosamente disgreganti. Tra i guardiani, la pratica della risata è fortemente sconsigliata, come pure le immagini di dèi o eroi che ridono. Nella sua Lettera agli Efesini, San Paolo vieta lo scherzo o quello che egli definisce eutrapelia.1 È probabile, tuttavia, che Paolo intendesse l’umorismo scurrile, e non quella vena di umorismo raffinato che Aristotele avrebbe invece approvato.

Michail Bachtin commenta che «il riso nel Medioevo era relegato ai margini di tutte le sfere ufficiali dell’ideologia e di tutte le rigide forme ufficiali di vita e di comunanza civile. Il riso era stato bandito dal culto religioso, dal cerimoniale dello stato feudale, dall’etichetta sociale e da tutti i generi di ideologia elevata».2 Si tratta della più antica norma monastica conosciuta sul divieto di scherzare, mentre la Regola benedettina mette in guardia contro l’incitamento alla risata, un’impertinenza per la quale San Colombano impose la pena del digiuno. Nel romanzo di Umberto Eco, Il nome della rosa, il terrore per la comicità nella chiesa medievale porta all’omicidio e al caos. Nella sua Summa Theologiae, Tommaso d’Aquino è più rilassato sull’argomento, e raccomanda l’umorismo come forma di gioco terapeutico di parole o azioni nel quale non si cerca nulla al di là del piacere dell’anima. Un atto necessario, egli crede, per il conforto dello spirito. Infatti, la riluttanza verso l’umorismo è, ai suoi occhi, al pari di un vizio. Per la teologia cristiana, il piacere superfluo di uno scherzo riflette l’atto divino della Creazione, che, come l’acte gratuit originale, veniva compiuto semplicemente per se stesso, mosso senza alcuna necessità e senza uno scopo finale. Il mondo è stato creato senza un motivo apparente. Si tratta più di un’opera d’arte che di un prodotto industriale.

Questo crudo sospetto nei confronti dell’umorismo scaturiva ben più che dalla paura della frivolezza. Fondamentalmente, rifletteva il terrore della prospettiva di una perdita di controllo, soprattutto su scala collettiva. Secondo Platone, questo poteva essere il risultato dell’eccesso di riso, visto come una funzione corporea naturale con uno sgradevole effetto di scarica al pari del vomito e dell’escrezione. Cicerone stabilisce delle regole ferree e articolate sullo scherzo, ed è diffidente nei confronti di ogni scoppio spontaneo di umorismo. La dissoluzione del singolo individuo nella risata può presagire una rivolta popolare, e con il carnevale medievale – una forma



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.